La Passeggiata alla Fiera attraverso i Monumenti Storici di Sinalunga.
Passeggiata alla Fiera attraverso i monumenti storici. Correre la Passeggiata alla Fiera non è solo l’occasione di fare una corsa in compagnia, ma può anche essere l’occasione di assaporare un po di storia del nostro territorio, in questa pagina vi mostriamo i principali monumenti storici che incontrerete durante la vostra Passeggiata alla Fiera.
Vista di Sinalunga dalla Partenza
Sinalunga, documentato fino al 1864 quando, con Regio Decreto, venne modificato il precedente nome di Asinalonga, il toponimo Sina è di indubbia origine etrusca, infatti come riporta nel dizionario Etrusco – Latino il Pittau, noto etruscologo sassaritano, i termini sina,zina, saina, sono sinonimi e stanno a indicare un rilievo e per traslazione un’insenatura; tradotti in latino col sinus.
Ritrovamenti fossili di età preistorica, effettuati nelle colline della zona, testimoniano la presenza dell’uomo a Sinalunga. Reperti dell’VIII secolo a.C. ci parlano di un nucleo etrusco nei colli di Sinalunga, un insediamento appartenente alla lucumonia di Chiusi che evolvé e si espanse sicuramente fino al I secolo a.C., come confermato da alcune tombe.
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Chiesa Madonna delle Nevi
La chiesa della Madonna delle Nevi è preceduta da un ampio sagrato delimitato da un’alta cancellata in stile neogotico, risalente ai primi anni del XX secolo. La facciata, intonacata di celeste con elementi decorativi in mattoni rossi a vista, è capanna; nella parte inferiore, al centro, vi è il portale, con fastoso timpano sorretto da due lesene tuscaniche; al centro del timpano triangolare con cui termina il prospetto in alto, vi è un finestrone rettangolare, mentre il coronamento è costituito da una statua lapidea della Madonna miracolosa.
L’interno della chiesa, interamente tinteggiato color blu acciaio con elementi decorativi bianchi, è a navata unica di tre campate, con quella centrale più ampia rispetto alle due laterali, coperte con volta a botte lunettata. Sulle due pareti laterali della navata mediana vi sono due altari gemelli in stucco bianco, posta in un’apposita nicchia al centro dell’ancona. All’interno un bassorilievo in terracotta raffigurante la Madonna col Bambino e angeli e una stampa a colori con Santa Filomena.
Nella parete di fondo un’immagine della Madonna della Neve, policroma, posta tra due angeli.
Sulla cantoria in controfacciata si trova l’organo a canne, costruito nel 1830 da Michelangelo Paoli.
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Palazzo Comunale
Chiesa di Santa Croce
L’attuale chiesa dedicata, prima della costruzione della collegiata, a S. Martino, deriva da una chiesa molto più antica posta accanto alla rocca; ha subito notevolissime ristrutturazioni, la facciata è seicentesca e molto pulita e semplice, ulteriori importanti restauri sono stati fatti nella seconda meta del diciottesimo secolo.
All’interno, sull’altare della parete di destra, è posto un grande dipinto su tavola che rappresenta lo sposalizio della Vergine; è un opera di buona fattura attribuita alla scuola di Luca Signorelli.
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Collegiata di San Martino
La collegiata, eretta nel 1588 e restaurata nel 2010
L’esterno della collegiata è caratterizzato dalla facciata a capanna ed è rivestita di intonaco chiaro, con quattro lesene tuscaniche in mattoni rossi. Al centro si apre il portale, preceduto da una scalinata e sormontato da un rosone circolare. La facciata è coronata da un timpano triangolare al centro del quale si trova una finestra rettangolare. Di fianco alla chiesa sorge la torre campanaria, con capolino ottagonale.
L’interno della collegiata presenta una struttura a pianta a croce latina, con unica navata e transetto coperti con volta a botte. La navata, illuminata dalla luce naturale esclusivamente attraverso le due finestre di contro facciata, è affiancata da otto cappelle, quattro per lato. Alle spalle dell’altare, vi sono gli stalli lignei del coro.
All’interno
· Madonna col Bambino tra i Santi Martino e Sebastiano di Benvenuto di Giovanni.
· Madonna col Bambino e Santi del Sodoma.
· Sposalizio della Madonna di Rutilio Manetti (1612).
· Santa Caterina da Siena presenta Sant’Antonio da Padova col Bambino alla Madonna di Francesco Nasini (1650).
· Santi Caterina da Siena, Domenico, Martino, Francesco, Lucia e Caterina d’Alessandria di Giuseppe Nicola Nasini (1697).
Sulla cantoria alle spalle dell’altare maggiore, si trova l’organo a canne Agati opus 316, costruito nel 1843 e restaurato nel 1897 .
Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica e la sua consolle è a finestra, con un’unica tastiera di 53 note con prima ottava scavezza e pedaliera a leggio di 20 note, con prima ottava scavezza e gli ultimi due pedali rispettivamente per la Terza mano e il Tamburo. La cassa lignea, decorata con intagli dorati, incornicia la mostra, composta da canne di principale disposte in cuspide unica con ali laterali.
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Chiesa del Sacro Chiodo
Era la chiesa annessa al piccolo ospedale con 3 letti, creato dalla Fraternita di Maria SS. delle Nevi, sul finire del XIII secolo.
La struttura ha subito ripetuti interventi, l’ultimo dei quali negli anni ottanta.
Nella chiesa si conserva un presepe, mutilo per molta parte, eseguito nel 1464 (come si leggeva sulla fronte della capanna ora non più visibile) ed in precario stato anche nella parte visibile.
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Chiesa di Santa Lucia
L’esterno della chiesa è semplice, privo di particolari decorazioni. La facciata, a capanna, è caratterizzata dalla presenza del portale con timpano triangolare e del piccolo rosone circolari, entrambi rifiniti in pietra grigia.
L’interno, ad un’unica navata, ha sulla parete di fondo tre altari in stucco della seconda metà del XVII secolo. In quello di destra è l’affresco con la Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni e Rocco (seconda metà del XV secolo); in quello di sinistra è il dipinto seicentesco con Santi adoranti la Croce, probabilmente di Antonio Nasini.
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Palazzo Pretorio
Palazzo Pretorio, costruito tra il 1337 e il 1346. Era il centro del potere civile della città, come attestano il podestà e gli stemmi medicei sulla facciata.
Sinalunga retro Collegiata e Campanile, vista dalla zona dei Frati
Croce dei Frati
La croce simbolo di Poggio Baldino, a cui abbiamo accennato, e che forse ha qualcosa a che vedere con la vecchia croce. Nel 1900, infatti, in occasione dell’Anno Santo, fu deciso di innalzare una croce nell’ampio spazio dietro il convento da cui si domina buona parte della Valdichiana. Il piedistallo della Croce, ha in cima due blocchi di bellissimo travertino, congiunti insieme da grappe di rame (ottone) impiombate.
Questi due pezzi di travertino portano incise nei lati maggiori, ed a grandi lettere, le seguenti iscrizioni; Di fronte e cioè verso Ponente = Jesu Redentori AD MCMI. Verso la campagna (Tramontana) = Ut fructus dare et conservare digneris. Verso il paese (ponente) [in effetti verso sud] = Ab omni malo protege et salva nos. [Verso] (Levante) = Veteri collapsa, hoc maiorem restituere Senalongenses. Per la festa del Divin Redentore il 21 Luglio [1901] fu stabilito l’innalzamento della Croce.
Nel 1914 la croce risulta essere in cattive condizioni. In proposito è singolare che il nostro cronista il quale aveva definito «un bel trave di pino», il legno usato per la croce, ora, dopo aver constatato che il legno era quasi «marcito», affermi in tutta tranquillità che il legno di pino all’aperto «regge poco»! In ogni caso fu deciso di sostituire La “Croce dei Frati” di legno con una di ferro, per la realizzazione della quale si propose il fabbro Dante Palagi, su disegno dell’Agnolucci.
Convento di San Bernardino
Nel 1449 venne costruita, in località Poggio Baldino, per volere del giurista senese Mariano Sozzini, una chiesa dedicata a Maria Annunziata, con annesso convento, nel quale dimorò, intorno al 1460, il beato Pietro Fratangioli da Trequanda: fu lui a donare l’icona della Madonna del Rifugio, immagine attribuita a Sano di Pietro, per la quale venne costruita una cappella annessa al complesso nel 1532 dalla famiglia Orlandini.
La chiesa, successivamente dedicata a san Bernardino da Siena, venne radicalmente restaurata in stile barocco nel XVIII secolo, con la realizzazione del ricco apparato decorativo in stucco; nuovi restauri furono condotti nei secoli XIX e XX, con il rifacimento in stile neorinascimentale della cappella Orlandini e la costruzione di una nuova torre campanaria.
L’esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata, in pietra, preceduta da un portico a tre arcate a tutto sesto (con ulteriori due archi ciechi per lato) poggianti su pilastri in mattoni a pianta ottagonale, con capitelli ionici in pietra serena. Nella parte superiore del prospetto si apre un oculo strombato, con vetrata policroma raffigurante il santo dedicatario della chiesa.
L’interno della chiesa, in stile barocco è a navata unica di cinque campate, delle quali la prima e la terza sono coperte con volta a crociera, la seconda e la quarta con volta a botte lunettata e la quinta con volta a vela. Vi sono tre cappelle laterali, ciascuna con una statua lignea policroma sopra l’altare raffigurante il dedicatario: la prima a destra è dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed è l’unica a pianta rettangolare; in corrispondenza della seconda campata, vi sono due cappelle semicircolari, dedicate rispettivamente a San Francesco d’Assisi (a destra) e alla Madonna (a sinistra); in ciascuna delle pareti laterali delle due campate intermedie si apre un confessionale.
La quinta campata corrisponde al presbiterio, rialzato di alcuni gradini, che ospita l’altare maggiore in marmi policromi, sormontato da un Crocifisso ligneo; nella retrostante abside, a pianta rettangolare, trova luogo il coro in legno intagliato.
Sulla cantoria posta a ridosso della parete di fondo dell’abside, in posizione soprastante il coro ligneo, si trova l’organo a canne, costruito nel 1927 dai Fratelli Aletti.
Cappella della Madonna del Rifugio
Dirimpetto alla cappella del Sacro Cuore, sulla parete sinistra della prima campata della navata si apre un arco che costituisce l’accesso alla cappella della Madonna del Rifugio, ricostruita in stile rinascimentale tra il 1854 e il 1858; l’ambiente, a pianta ottagonale, presenta, a ridosso della parete di fondo, l’altare marmoreo che ospita la venerata icona, attribuita a Sano di Pietro. Entro due nicchie, poste una di fronte all’altra, vi sono altrettanti altari laterali ottocenteschi, dedicati a San Bernardino da Siena (a sinistra) e a Sant’Antonio di Padova (a destra).
L’ambiente è voltato con una cupola ottagonale priva di lanterna. Nella cappella sono custodite importanti opere d’arte, appese alle pareti laterali: l’Annunciazione di Benvenuto di Giovanni (1470), il Battesimo di Cristo di Guiduccio Cozzarelli (1483 circa), l’Incoronazione della Vergine col Bambino tra i Santi Simone e Taddeo dello stesso artista (1486) e il Cristo benedicente di Sano di Pietro.
Necropoli Etrusca di San Giustino
In prossimità del punto più alto del percorso è stata recentemente portata alla luce la necropoli etrusca di San Giustino che si compone di almeno undici tombe a camera realizzate nell’affioramento di arenaria sabbiosa… e utilizzate tra l’inizio del VI e il II sec. a. C.; nonostante i numerosi saccheggi, lo studio dei materiali superstiti ha offerto nuovi e interessanti spunti per la ricostruzione del popolamento antico nel territorio di Sinalunga e dei rapporti tra questo centro, gli insediamenti circostanti e la città di Chiusi, che su questo estremo lembo di territorio sembra aver avuto fasi alterne di influenza e controllo. I corredi funebri si compongono principalmente di vasellame di bucchero decorato a stampo, ma sono presenti anche importazioni dall’Attica, oreficerie e armi, mentre per l’età ellenistica è stato individuato un interessante gruppo di urne in arenaria prodotte localmente. La necropoli sembra collegabile a un insediamento etrusco di vaste proporzioni e di lunga frequentazione localizzato poco distante.
Chiesa del Serraglio
La chiesa è stata edificata nel 1659. La chiesa fu costruita con elemosine a seguito della donazione del terreno da parte dell’antica famiglia Serpretri.
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Pieve di San Pietro ad Mensulas
La costruzione si presenta con l’impianto basilicale d’età romanica, con le navate divise da pilastri quadrangolari e la copertura lignea, ma oggi una scarsella quadrilatera sostituisce l’abside originale della quale è ancora visibile l’arco interno d’imposta.
La facciata è stata oggetto di un ampio intervento ottocentesco. Nella navata sinistra è un affresco raffigurante la Madonna col Bambino e due santi di artista senese del tardo Quattrocento, mentre nel coro è un’Annunciazione dipinta su due tele separate.
Da segnalare un’altra tela di artista senese, datata 1634 e raffigurante la Consegna delle chiavi a san Pietro.
Ed è proprio in occasione dei festeggiamenti della Madonna del Rosario custodita all’interno della Pieve di San Pietro ad Mensulas che prese origine la Fiera
alla Pieve. Centinaia di pellegrini del centro Italia arrivavano a Sinalunga per onorare la Madonna
e a loro seguito, giungevano anche alcuni macellai che si operavano per rifocillare i pellegrini stanchi. Il loro piatto forte era la porchetta, è per questo motivo che questo prodotto è diventato il simbolo pagano della Fiera alla Pieve. Alle origini i giorni di Fiera erano tre e cadevano nella seconda settimana di ottobre.
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