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ALLENARSI IN MONTAGNA
di Orlando Pizzolato
www.orlandopizzolato.com
e-mail: Pizzorl@keycomm.it

Allenarsi in montagna è utile per sfruttare alcuni aspetti positivi tipici di questo ambiente: il clima più fresco e secco consente di allenarsi al meglio, anche correndo sedute lunghe ed impegnative; il paesaggio piacevole e rilassante consente una rigenerazione mentale; oltre ad una certa quota si possono anche sfruttare i vantaggi dell'altura.

Per avere però una stimolazione fisica adeguata, tale da indurre nell'organismo gli adattamenti conseguenti all'altura, di de soggiornare oltre che ad una quota superiore ai 1500 metri sul livello del mare, rimanerci per tre settimane. In funzione quindi dell'altezza dove si trascorrono le vacanze e del periodo di permanenza si devono seguire adeguati piani di allenamento.

Fino ad un livello di 1000-1500 metri i disagi respiratori sono minimi perciò bastano pochi giorni per un adeguato acclimatamento, e si può seguire un piano di allenamento simile a quello che si è soliti svolgere a casa. Nel superare invece i 1500 metri sul livello del mare i disagi aumentano perché c'è progressivamente sempre meno ossigeno nell'aria, tanto che per acclimatarsi in modo adeguato sono necessari 5-6 giorni, soprattutto quando si va a quote prossime ai 2000 metri. Per questo motivo, quando si va in alta montagna si dovrebbe rimanerci due, meglio se tre settimane: una prima di adattamento ed altre due di effettivo allenamento.

L'obiettivo tecnico di chi può andare a correre in montagna dovrebbe essere quello di recuperare efficienza a livello aerobico. Gli allenamenti da svolgere sono di preferenza quelli della corsa lunga lenta, della corsa media (anche in salita). Attorno a questi due mezzi di allenamento ruota la preparazione in altura e le sedute di recupero e rigenerazione sono inframmezzati appunto agli allenamenti più impegnativi per consentire all'organismo di reagire alle sollecitazioni.

Chi soggiorna dai 1500 ai 2000 metri sul livello del mare necessita di 4-5 giorni di adattamento, durante i quali ci si deve limitare solamente a passeggiate o a fare sedute di pochi minuti di corsa ad impegno facile, prima di iniziare un piano di allenamento simile al precedente. Quando si supera la quota dei 1600 metri, in seguito alla mancanza di ossigeno, sono particolarmente difficili da svolgere gli sforzi ad intensità elevata (90-95% della frequenza cardiaca massima) e che durino a lungo (dai 5 ai 15 minuti). Sono invece meno disagevoli le sedute, anche se particolarmente lunghe (fino a due ore e mezzo), di basso livello (75-85% della frequenza cardiaca massima).

Ad alta quota il rendimento è quindi molto ridimensionato per la minor presenza di ossigeno, e perciò le andature da tenere rispetto a quelle che si è soliti seguire a casa, devono essere riviste in maniera prudenziale. Inoltre, è probabile percepire un maggior disagio respiratorio anche quando si procede a ritmo lento. Chi è solito invece usare in allenamento il cardiofrequenzimetro può fare riferimento alle stesse frequenze cardiache, al limite maggiorate di 2-4 pulsazioni, che tiene nelle sedute in pianura, ma ovviamente l'andatura di corsa sarà certamente più lenta.

Un altro aspetto da considerare con particolare attenzione per chi si allena in quota, è quello collegato al clima della montagna, di solito molto secco tanto che difficilmente, anche in giornate particolarmente calde, si suda in modo evidente. L'acqua che compone il sudore, infatti, evapora facilmente ed è facile non percepire la necessità di integrare i liquidi persi. E' invece importante bere regolarmente, anche in abbondanza ed aggiungere all'acqua sali che integrano quelli persi con il sudore.

Articolo tratto da:

 http://www.buongiorno.it/

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